di Giosuè Berbenni
L’attività organistica del maestro Vincenzo Antonio Petrali (1830-1889), cremasco di nascita e bergamasco di adozione, per notorietà si estende per circa 40 anni: da quando a 19 anni vinse il concorso di organista della cattedrale di Cremona all’anno della sua morte a 59 anni a Bergamo. In tale arco di tempo fu collaudatore di parecchi organi.
Se calcoliamo un collaudo al mese di organi nuovi o restaurati, possiamo arrivare sui 500 e oltre. Quelli segnati nel catalogo Serassi sono 18 e in quello Locatelli sono 12. Di questi ne abbiamo rinvenuti 10 Serassi e 7 Locatelli, che sul totale di 30 fanno il 56 per cento, una buona base per delle valutazioni.
Il maestro Petrali era un musicista a tutto campo: non solo organista straordinario ma pianista, violista, direttore d’orchestra, compositore di opere per organo, per coro, per orchestra, per la liturgia e per il teatro. Il suo autorevole parere era molto ricercato dagli organari. Non tralasciava la propria maestria anche per inaugurazioni e collaudi di organi di piccole comunità.
Il suo nome era celebre in tutta Italia tanto da assurgere a “principe degli organisti”. Persona amichevole, aperta, elegante sapeva farsi voler bene. Ben conosceva i pregi e i difetti degli organari ed era molto libero nei giudizi.
Con i Serassi e i Locatelli ebbe un rapporto privilegiato di casa e di amicizia, tanto da esserne il promotore, ben documentato nelle 5 lettere commendatizie riportate nel presente studio realizzato in occasione del convegno di studi su Vincenzo Petrali il 2 dicembre 2023 a Bergamo, e disponibile integralmente premendo questo collegamento.